Un computer pieno di buon senso
Spiegare a cosa sta lavorando Chris McKinstry non è semplice e dire che
il suo scopo è la creazione di una gigantesca banca dati di
informazioni comuni a tutti gli abitanti della Terra può suonare
piuttosto oscuro
Eppure, il progetto di questo ricercatore canadese, che lavora part-time all’osservatorio di Paranal, in Cile, è a dir poco affascinante perché, in realtà, McKinstry ha come obiettivo quello di rendere i nostri computer più intelligenti. Per farlo, secondo lui, è necessario iniziare a comunicare loro ciò che noi umani sappiamo. La sua banca dati,
alla quale sta lavorando in collaborazioni con migliaia di volontari che
lo aiutano nell’impresa via Internet, contiene, semplicemente, le
nostre conoscenze di base: l’acqua bagna, vero; il cielo è blu, vero;
i cerchi sono quadrati, falso. Ognuna di queste affermazioni viene
classificata come “item” (voce) o “mindpixel”, elemento di base
dello spirito umano, e va a comporre la banca dati stessa. “Per
pensare da soli - spiega McKinstry - i computer hanno bisogno di avere
l’equivalente di ciò che noi chiamiamo il senso comune”. Nel
1994 Chris, da sempre affascinato dall’Intelligenza Artificiale, con
l’aiuto del cognato, ha lanciato un primo progetto per raccogliere
“items” su Internet. Dopo aver lasciato il Canada ed essersi
stabilito in Cile, ne ha avviato un secondo, più complesso e
affidabile, che ha battezzato GAC (pronunciare “jack”) che sta per
“Generic Artificial Consciousness”. Tra una decina d’anni la banca
dati potrà servire ad addestrare un sistema basato su una rete di
neuroni per “mimare” l’essere umano. Christopher McKinstry spera
addirittura che una rete di neuroni “formata” da GAC sia, in futuro,
indistinguibile da un essere umano quando si tratti di rispondere “sì”
o “no” a una precisa domanda. Anche nel caso in cui GAC - ed è
questa la cosa più importante – non abbia avuto modo di confrontarsi
con la domanda precedentemente. Uno
degli aspetti più affascinanti del progetto Mindpixel è che chiunque
può partecipare dando il suo contributo. È sufficiente recarsi sul
sito, registrarsi e quindi iniziare a “parlare” con GAC. Attenzione
però, perché la banca dati raccoglie solo informazioni di buon senso
(o senso comune); le domande devono prevedere le stesse risposte da
parte di tutti. Per esempio, domande o affermazioni come “Sono
bello?” oppure “Io sono il più bello”, non saranno convalidate,
l’autore verrà identificato e gli sarà interdetto l’accesso in
caso di recidiva. Chris
McKinstry non è il solo a lavorare a un progetto di questo tipo e il
programma Openmind, lanciato più o meno nello stesso periodo, ha
obiettivi simili. Così come il progetto di ricerca di Push Singh del
Media Lab di Boston. Anche lui canadese e, come McKinstry, da sempre
affascinato dall’Intelligenza Artificiale, Singh, di origini indiane,
ha elaborato un sistema le cui informazioni sono “open source”, cioè
chiunque può scaricarle e utilizzarle, rispettando poche e semplici
regole. Inoltre, non raccoglie informazioni su fatti, ma storie e
immagini. In realtà, gli obiettivi dei due ricercatori sono identici,
tanto che hanno deciso, con molta intelligenza, di mettere in comune gli
“items” raccolti nelle rispettive banche dati. I
due siti Internet: 9 giugno 2002 |
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