“Non
c’è un business model che funzioni sulla Rete. La gente si interessa
essenzialmente alla sola pubblicazione delle informazioni. È il ritorno
del Web indipendente”. Questa è l’opinione di Libe Goad, editore di
Gamegal.com, che non nasconde una certa soddisfazione di fronte alle
difficoltà che i grandi editori stanno incontrando online. Ma anche la maggior parte delle webzine indipendeneti americane, che operano prevalentemente nel settore delle nuove tecnologie, ha dovuto di recente fare i conti con la crisi e i licenziamenti e molte stanno tirando una riga sulle ultime speranze di rendere redditizio il loro sito. Ma sono sempre là, online, con un contenuto indipendente, spesso ricco, talvolta egocentrico. “Il Web indipendente c’era prima della follia del Nasdaq, e c’è ancora”, sottolinea Douglas Rushkoff, di Rushkoff.com. Quei fannulloni della stampa tradizionale La maggioranza degli
editori di webzine indipendenti non è composta da reporter, da
giornalisti di professione. In genere sono tecnici che lavorano nelle
start-up, si occupano di webdesign o di programmazione e hanno tutti il
dente avvelenato con i cosiddetti professionisti dell’informazione.
L’opinione più diffusa è che “i giornalisti della stampa classica
sono dei gran fannulloni. Vengono a leggerci. Li vediamo nei logs. Mai
che lascino un commento nei forum collegati a noi. Perchè non mandano
qualche idea, come fanno tutti?”, chiede Bill Lessard, di
Netslaves.com. “I media si accodano come i pesci in un branco, mentre
noi siamo fuori dal branco”, prosegue, per spegare il successo del suo
sito. Bill
Bastone, l’animatore di Thesmokinggun.com, giornalista lui stesso, non
riesce a trattenersi: “I reporter tradizionali dovrebbero confessare
che non sono obiettivi, sarebbe intellettualmente più onesto”. Alcuni
tra gli editori di webzine dedite all’investigazione in campo
economico e finanziario si spingono oltre: “Ora i giornalisti sono
contenti. Hanno trovato una tecnica nuova: per pubblicare notizie di cui
sono a conoscenza, ma che sembrano loro troppo scottanti, rimandano ai
nostri siti, dicendo che siamo stati noi a diffonderle per primi. È
come una scusa per non farsi dare bacchettate sulle dita, ma intanto
pubblicare ugualmente l’inchiesta”. Gli
editori online indipendenti hanno certamente una cosa in comune: hanno
partecipato al salutare smantellamento della Net Economy. Con dei siti
come Fuckedcompany, Netslaves, Ghost Sites, Urbanexpose, hanno svelato
più di un altarino. Tutti amici fra di loro, condividono l’identica
visione del mondo e di Internet. Spesso più conosciuti dei giornalisti,
e più avanti di loro, pescano le informazioni nei documenti della
Securities and Exchange Commission, mentre la stampa classica americana
continua a dipendere dagli uffici stampa delle imprese. Moore,
l’intransigente Michael
Moore non è uno scocciatore da poco. Il giorno in cui ha deciso di
girare un documentario sulla sua città (Flint, Michigan) e
sull’effetto catastrofico della chiusura delle officine General Motors,
si è lanciato all’inseguimento di Roger Smith, amministratore
delegato di GM, per chiedergli di seguirlo a Flint e constatare di
persona i danni provocati. La caccia è stata lunga e terribile. Ma
senza successo, a dispetto di incursioni negli uffici o della
partecipazione alla riunione annuale degli azionisti. Ne ha tratto un
film, “Roger and me”, divertente e crudele al tempo stesso che ben
sintetizza lo spirito indipendente e iconoclasta di questi corsari
dell’informazione online. Alcune
tra le più note webzine indipendenti americane: http://www.gamegal.com/ |
|
Contatti
Canali
Copyright Savatore
Romagnolo |