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Informazione online: lettori entusiasti, giornalisti scettici 

Secondo uno studio pubblicato dalla Online News Association (ONA), la maggioranza degli utenti Internet americani ha fiducia nell’informazione online. Di tutt’altro avviso, invece, i giornalisti che si dichiarano scettici

di Salvatore Romagnolo

 Lo studio commissionato dall’ONA e condotto da tra luglio e agosto dello scorso anno, si è basato sulle risposte di 1.000 internauti e 1.400 giornalisti provenienti da diversi media. Per completare l’indagine i ricercatori hanno anche realizzato una cinquantina di interviste con giornalisti e dirigenti di siti Web d’informazione.

 A giudicare dalle risposte date dagli utenti, i giornali online si sono ormai affermati presso i lettori americani e godono della stessa credibilità, autorevolezza di quelli tradizionali. Ovviamente, alcuni siti sono reputati più credibili di altri e alcuni di loro vengono giudicati più affidabili di molti offline. Ad esempio, il 78% degli internauti intervistati dichiara di avere fiducia nei siti Web delle reti TV via cavo (CNN, MSNBC), che si classificano al terzo posto tra le 16 fonti d’informazione prese in considerazione, davanti alle stazioni radio nazionali (72,1%) e delle riviste della carta stampata (70,1%).

 I giornalisti, dal canto loro, si dichiarano, nell’insieme, più critici. E se la quasi totalità (91%) ha fiducia nella qualità dell’informazione dei siti delle grandi testate (nytimes.com, usatoday.com, ecc.), solo il 29,5% (contro il 62,7% del grande pubblico) giudica credibile le informazioni diffuse dai siti non affiliati ai media tradizionali. Lo stesso trattamento viene accordato all’informazione presente sui grandi portali come Yahoo! e AOL. In particolare, i giornalisti ritengono che i siti Web d’informazione non sempre rispettano le regole fondamentali del giornalismo - attinenza ai fatti, obbiettività, chiarezza – come fanno quelli tradizionali.

 Di fronte a queste differenze di giudizio e di percezione gli autori dello studio si pongono delle domande: “I giornalisti conoscono cose che il pubblico on sa circa la deontologia e la professionalità dei media online? Oppure si tratta solo di pregiudizi?” Il sospetto che i pregiudizi giochino un ruolo non secondario emerge dalle dichiarazioni di alcuni giornalisti intervistati: “Chiunque su Internet può dar vita a un sito Web e auto proclamarsi giornalista”. Oppure: “I giornalisti online hanno soprattutto delle competenze informatiche, ma nessuna esperienza giornalistica”.

 In realtà, affermano gli autori dello studio, quello che poteva essere vero cinque anni fa, all’inizio dell’esperienza del Web, non lo è più oggi. La maggior parte dei siti analizzati assume soprattutto giornalisti con molta esperienza e man mano che la messa online degli articoli diventa più semplice, le competenze informatiche diventano meno importanti.

 Un altro motivo di scetticismo dei giornalisti dei media tradizionali nei confronti dell’online viene dal fatto che la frontiera tra informazione e pubblicità, su Internet, è spesso molto labile. E lo studio cita più di un portale dove informazioni commerciali e notizie vengono pubblicate senza particolari distinzioni. E questo è forse, dal punto di vista della credibilità, il problema maggiore dei siti Web d’informazione. Un problema, peraltro, che non sembra preoccupare i lettori online: più di due terzi degli intervistati non si dichiara, infatti, allarmato da questo pericolo.

 Nonostante lo scarso senso critico del loro pubblico, i media online dovranno accordare molta importanza a questo aspetto perché, come ha sottolineato Rich Jaroslovski, presidente dell’ONA e giornalista del Wall Street Journal, “nel momento in cui molti siti cercano disperatamente nuove fonti di guadagno, una distinzione chiara tra pubblicità e informazione è una delle condizioni indispensabili di credibilità”.

21 febbraio 2002

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